Il gatto del bengala è un felino selezionato abbastanza di recente visto che la nascita della razza risale al 1965 negli Stati Uniti, dove per la prima volta fu accoppiato un gatto domestico con un felino selvatico, il Prionailurus bengalensis bengalensis. Purtroppo da questo tipo di accoppiamento nascono maschi sterili, e furono quindi utilizzate soltanto le figlie femmine. Si può dire che il merito della creazione di questa razza dall’affascinante mantello sia dell’allevatrice americana signora Mills.
In merito al carattere stranamente questi gatti amano giocare con l’acqua; hanno un’indole molto dolce ma si affezionano soprattutto di un membro della famiglia considerando un solo proprietario. I maschi, anche e soprattutto dopo la castrazione, sono tendenzialmente più dolci delle femmine che per contro sono a volte un po’ più nervose o scontrose.
Questi gatti hanno taglia medio piccola, pelliccia setosa con peli corti che procurano una piacevole sensazione al tatto. Molte sono le varietà di colore, dal marrone più chiaro o più scuro, al dorato, all’arancione. Stesso discorso vale per gli occhi: possono essere gialli, verdi o marroni. Nella tonalità cosiddetta “snow” emergono spot di tinta caramello con occhi azzurri.
Ma è il disegno sul mantello la peculiare caratteristica del Bengala: può essere maculato o “spotted”, marmorizzato ossia “blotched”, oppure a rosette cioè con alternanza di macchie più grandi con bordi dal colore più scuro ed interno chiaro.
L’immagine selvatica di questo piccolo felino, cela invece un morbido cuore da peluche.
Dott. Marco Gentile, Medico veterinario, Albo 1622 Torino