Il cincillà è un roditore originario delle Ande dove vive ad altezze di 3.000-5.000 m.s.l.m. Ha un graziosissimo tenero aspetto soprattutto in virtù delle grandi orecchie tonde e dal musetto dai lunghi baffi. I suoi movimenti sono rapidi e scattanti e soprattutto è in grado di compiere alti salti. In natura è prevalentemente notturno ma tenuto in casa si abitua facilmente ai ritmi della famiglia. Vive all’incirca 10 anni. È molto docile, con un pelo sofficissimo ma che non provoca allergie. È animale opportuno anche per i bambini, facendo solo attenzione che non si lanci a terra, saltando mentre è tenuto in braccio. Il colore base è il grigio argentato ma esistono varianti dal bianco-rosa al grigio-nero.
I primi giorni con l’animale
Visto il bisogno di movimento, la gabbia deve essere ampia con misure consigliate di 2x2x1 m, con lettiera assorbente sul fondo, beverino per l’acqua e le mangiatoie preferibilmente metalliche per non essere rosicchiate. Sistemerete la gabbia in un ambiente tranquillo, Soprattutto protetto dalle correnti d’aria e lontano dai caloriferi. È bene che sia riparata dal sole diretto ma riceva buona luce.
Nei primi giorni, non conoscendovi ancora ed essendo vivace di natura, il cincillà tenderà a divincolarsi per cui andrà afferrato contemporaneamente dal petto e dalla base della coda delicatamente, perché non si spaventi, ma anche con una certa fermezza. I primi giorni lasciatelo tranquillo nella giornata per coccolarlo maggiormente alla sera quando il suo metabolismo è più attivo; e siate dolci nell’accarezzarlo perché appena viene afferrato la temperatura corporea sale immediatamente per lo stress. Osservatelo nella sua gabbia: se è curioso, vivace e si muove continuamente, gli occhi sono grandi e molto lucidi, significa che il vostro cincillà si è ambientato e si sente a proprio agio.
Come prendersi cura di un cincillà
I cincillà non mordono e hanno fiducia dell’uomo. La temperatura dovrebbe essere di 18-20°C facendo attenzione agli sbalzi in eccesso: col gran caldo tenderanno a strapparsi il pelo e i colpi di calore, specie nei viaggi in auto, possono essere causa di collasso. Nella gabbia deve essere presente una cassetta di ricovero di almeno 25-30 cm per lato e con un foro di entrata tondo. È molto importante permettere al nostro pet di rotolarsi per almeno un’ora al giorno nella polvere per pulirsi: allo scopo si utilizzano vaschette in plastica con sabbia fine mescolata a talco in uno strato alto almeno 5 cm. Raggiungono la pubertà verso gli 8-10 mesi, ma non sono socievoli tra di loro per cui le femmine vanno separate fra loro ed il maschio può essere inserito solo al momento del calore. Il consiglio quindi è quello di dedicarsi all’allevamento di un solo individuo.
Cosa mangia il cincillà
Non deve mai stare senza fieno: la presenza di fibre dure del fieno di prato polifita o di erba medica è importantissima per il mantenimento del livello dei denti che, come nel coniglio, sono a crescita continua, e per la giusta peristalsi e mobilità intestinale. Le miscele di semi oleosi vanno somministrate con moderazione onde evitare fenomeni di statosi, 3-4 volte alla settimana. Raccomandiamo di lavare ed asciugare bene la frutta e la verdura prima di proporla e più di tutto di non somministrarla fredda di frigorifero. Occasionalmente un pezzetto di pane raffermo sarà una piacevole golosità. Vietati invece il latte ed i derivati come formaggi e gelato ad evitare diarree acquose. Tossico è pure il cioccolato.
Norme sanitarie generali
Il cincillà è nell’insieme un animaletto robusto; è sufficiente avere qualche scrupolo in merito all’alimentazione: oltre a quanto già detto si ricorda che l’eccesso di concentrati può provocare costipazione che si può risolvere somministrando, solo in questo caso, alcune foglie di lattuga. Il bel pelo del cincillà può essere spazzolato con una spazzola morbida per bimbi neonati, ma la formazione di nodi spessi e duri, sarà evitata facilmente coi suddetti bagni di polvere. Non afferrate il cincillà in fuga per la coda: potreste crearne seri danni, sino al suo strappo, così pure non tiratelo per il pelo, altrimenti si strapperà lasciando un’area senza pelo che impiegherà anche mesi prima di ricrescere. Non è necessaria alcuna vaccinazione; un paio di visite veterinarie all’anno ci possono garantire la serenità di una giusta gestione.
Dr. Marco Gentile
Medico Veterinario
Albo 1622 Torino