Le acidofile più note sono coloratissime e di una bellezza strepitosa. In primavera le troviamo in fiore nei più bei parchi del nord Italia, nelle zone più fresche e a mezz’ombra. Si tratta di una vastissima famiglia che ha come comune denominatore l’esigenza di vivere in un terreno acido. Scopriamo le loro caratteristiche e come curarle.
COSA VUOL DIRE ACIDOFILE
Queste piante, rappresentano una vasta specie botanica perenne che, come suggerisce il nome, per crescere sane, hanno bisogno di terreni acidi con pH sempre inferiore a 7. Ciò significa che per un buon sviluppo il substrato deve essere privo di calcare. Come fare a capirlo? Con la cartina di tornasole che è il metodo più economico per misurare il pH del terreno. Vendute in kit, sono delle strisce reattive al pH che cambiano colore in base al valore rilevato che va da 1 a 14. Per le acidofile, l’indice ottimale non deve superare il 7.
QUALI SONO
L’elenco delle piante acidofile è decisamente ampio, possiamo suddividerle in:
– erbacee e bulbose quali il giglio, la calla, la clivia, l’equiseto e la vinca
– arbusti tra cui la mimosa, il lillà, la gardenia, la camelia, l’ortensia, il bosso, la magnolia, il rododendro, l’azalea, il corbezzolo e l’ibisco
– rampicanti come l’edera, il gelsomino e il glicine
– alberi, dall’acero giapponese alla betulla sino al faggio e il castagno
CURE
Il periodo in cui le piante acidofile richiedono maggiori cure cade in piena primavera con la ripresa vegetativa. Con la diffusa siccità, da marzo le piante sia in terra che in vaso, hanno bisogno di maggiori irrigazioni, soprattutto al momento della fioritura. È importante che il terreno, sia sempre moderatamente umido per tutta la bella stagione, evitando i ristagni idrici nei sottovasi. Se avete acquistato delle nuove piante, è consigliato durante il trapianto l’aggiunta di uno strato di argilla espansa o semplice ghiaia nella buca destinata alla piantagione o sul fondo del vaso scelto. Questa pratica favorisce non solo la ventilazione del terriccio, ma anche un notevole drenaggio dell’acqua. Non dimenticate di aggiungere uno strato di pacciamatura per piante acidofile a base di corteccia di pino. Questo materiale naturale mantiene il giusto grado di umidità, protegge le radici dal caldo estivo e, nella fase di decomposizione, fornisce preziose sostanze organiche.
TERRICCIO
La scelta più rapida punta a scegliere substrati specifici per acidofile pronti all’uso. All’interno dei sacchi si trovano dei mix equilibrati di torbe, concime e pomice per garantire umidità e areazione delle radici.
CONCIME
La loro concimazione, richiede prodotti dedicati, scartando invece quelli generici.
Piante in giardino – Da marzo, concimare ogni 3 settimane con un prodotto granulare a lenta cessione con azoto, potassio, magnesio e zolfo.
Piante in vaso – Da aprile, somministrare periodicamente un prodotto liquido a base di alghe brune, aminoacidi e vitamine.
Se siete orientati su concimi naturali in commercio trovate delle miscele a base di lupini triturati che, grazie al progressivo e graduale rilascio di azoto, contribuiscono a rendere il terreno più acido.
COME BAGNARLE
Regola numero uno… l’acqua deve essere priva di calcare.
Particolarmente adatta è quella piovana o in alternativa la semplice acqua di rubinetto lasciata decantare circa 24 ore in modo da far sedimentare il calcare in eccesso sul fondo del contenitore o dell’annaffiatoio. Durante le bagnature mattutine, evitare che l’acqua vada sulle foglie e il fusto. Questo perché le gocce che si fermano, possono causare ‘l’effetto lente’ che, con il sole, provocano delle vere e proprie bruciature sui tessuti. Meglio bagnarle di sera per regalare lunghe ore di refrigerio.
UNA DRITTA IN PIU’
Come capire a occhio nudo se la nostra acqua e ricca di calcare? Osservate i bicchieri e le stoviglie di casa. Rimane quella patina opaca anche dopo il lavaggio? Quando controllate il terriccio nei vasi, vedete tra le zolle delle strane venature bianche? Se si, in entrambi i casi, molto probabilmente la vostra acqua è dura e quindi non adatta alle acidofile.
Articolo realizzato in collaborazione con Silvia Magnano
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