La borragine è una graziosa piantina molto comune allo stato spontaneo nel Centro-Sud Italia, ai margini dei campi e negli incolti. È un’erbacea annuale o biennale, appartenente alla famiglia delle Borraginacee, che nasce con una rosetta di foglie basali ovali dagli abbondantissimi peli ispidi. Da questa si innalzano i fusti fioriferi, alti 20-30 cm, che portano i fiori a cinque petali di colore azzurro-violetto, non molto grandi, in una specie di spiga con la punta arrotolata (in gergo tecnico “cima scorpioide”). Fiorisce da aprile ad agosto, ma in Sicilia la stagione è anticipata, e in Toscana dura quasi tutto l’anno. La borragine (Borago officinalis) si consuma in cucina solo in primavera ed estate, perché non è conservabile in alcun modo. Va pulita accuratamente prima dell’uso, perché tra i suoi fitti peli rimane facilmente qualche granello di terriccio; bisogna lavarla bene sotto l’acqua corrente, immergendola poi per 10 minuti in una bacinella d’acqua nella quale avrete spremuto il succo di almeno un limone e infine rilavandola sotto l’acqua corrente. Se le nervature delle foglie sono troppo dure, toglietele incidendole con un coltellino e sfilandole delicatamente. Le foglie si cuociono in pochissima acqua (mezzo bicchiere può bastare) e si utilizzano come gli spinaci, come contorno, nei tortelloni, nei risotti, nelle frittate e nelle zuppe. I fiori azzurri vivacizzano il colore di minestre asciutte, risotti o insalate, colorano l’aceto e possono venire canditi.
Ambiente
Si coltiva come biennale dalla pianura Padana in giù, come annuale nel resto d’Italia, sia in vaso sia in piena terra, acquistando le piantine in primavera. Infatti, poiché teme il freddo intenso, è molto facile coltivarla per due anni di seguito solo dalle coste toscane e marchigiane in giù; per lo stesso motivo si può allevare in piena terra solamente fino alla media montagna. La posizione deve essere assolutamente in pieno sole.
Terreno
Preferisce un terreno fertile, anche se tollera altri tipi di substrato, purché ben drenati. Può essere coltivata anche in vaso di plastica di diametro 24 cm per una singola pianta.
Semina/trapianto
Si semina nell’orto o in vaso all’inizio dell’autunno; prima dell’inverno si diradano le piantine che non devono crescere troppo fitte; si raccoglie durante tutto il resto dell’anno, tagliando la pianta al di sopra delle prime due foglie di base, in modo che possa ricrescere rapidamente. Per l’autorisemina basta lasciar andare a seme alcune piante per garantirsi la rinascita l’anno successivo.
Acqua
Va annaffiata moderatamente da aprile-maggio ad agosto-ottobre in base all’andamento climatico. In vaso la richiesta di acqua è maggiore (il terriccio si asciuga rapidamente nei contenitori al sole). Durante l’inverno non sono necessarie annaffiature.
Concime
Non necessita di concime durante la coltivazione. Piuttosto è bene che la terra sia ben concimata prima dell’impianto delle piantine.
Note
Un tempo, e ancora oggi nell’orto sinergico e nella permacoltura, si utilizza la cenere delle piante secche di borraggine bruciate in un secchiello come un ottimo concime, grazie all’alto contenuto di potassio e di calcio che rimane nella cenere.
Abbinamenti
Oltre che nell’orto, può essere coltivata in giardino, abbinata ad altre piante spiccatamente da fiore, dove ha una grande funzione decorativa grazie ai deliziosi fiori blu.
Altri utilizzi
I petali hanno uno spiccato potere colorante, ben noto ai tintori toscani e francesi che in passato compravano le piante per tingere le stoffe pregiate di turchese o verde acquamarina. È molto gradita alle api, che individuano facilmente il colore azzurro dei fiori, grazie ai quali possono produrre grandi quantità di miele.
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