Armonia, delicatezza, avvolgente senso di pace e di raccoglimento: sono le prime caratteristiche che colpiscono dei giardini giapponesi. E’ uno stile che affonda le radici in una cultura antica di migliaia di anni e che risponde a principi e canoni di bellezza lontani da quelli occidentali.
Nonostante questo, anzi proprio per questo, i giardini del Sol Levante hanno fatto innamorare l’Occidente. Come il sushi, che fino a pochi anni fa era considerato un’esperienza estrema riservata a impavidi gastro-pionieri, mentre oggi è proposto ovunque, anche i giardini giapponesi sono oggi molto presenti nell’immaginario collettivo, anche perché rispondono a esigenze molto sentite soprattutto in città: la necessità di pace e silenzio, di tranquillità, di isolamento, per raccogliere le idee e ritrovare energia.
Nello stile nipponico, ogni elemento concorre proprio a creare un ambiente capace di comunicare serenità, lentezza, precisione, con il risultato di farci sentire meglio e appagati dalla semplicità della natura nelle sue diverse espressioni.
La concezione del giardino in Giappone è principalmente simbolica: non è solo un luogo di bellezza, svago e relax, ma un ambiente privilegiato per il contatto profondo con la dimensione spirituale, la contemplazione della natura e il raggiungimento della pace interiore.
I colori sono ridotti al minimo, la simmetria è evitata. Nella cultura giapponese l’artificio non è inteso come dominio sulla natura, ma cooperazione dell’uomo affinché la natura possa esprimere la perfezione che già contiene in sè.
L’acqua è vita e purificazione e la sua presenza è fondamentale. Nei giardini più piccoli e in terrazzo, l’acqua può essere rappresentata da una semplice vaschetta di pietra o da una fontanella.
Nel giardino zen (evoluzione estrema del giardino giapponese), l’acqua scompare fisicamente per essere evocata da “ruscelli” di sassolini o sabbia bianca rastrellata.
Elemento carico di simbologie, la roccia può rappresentare una montagna, un’isola, una forma animale; esprime concetti di forza, stabilità, eternità: per questo viene immersa profondamente nel terreno, come se fosse lì da sempre.
Lo stile giapponese è principalmente verde, con qualche nota vivace in primavera portata da azalee, rododendri, camellie…Prevalgono i sempreverdi, ma alcune specie che perdono le foglie (come l’immancabile acero giapponese e la magnolia da fiore) ricordano l’alternarsi delle stagioni, la transitorietà e le mutazioni che fanno parte del ciclo della vita.
Molte piante sono allevate in forme particolare tramite tecniche di legatura e potatura: ancora una volta, questa interferenza dell’uomo non è una forma di dominio ma di collaborazione, affinchè la pianta esprima la forma perfetta insita in essa.
Il linguaggio dello stile giapponese è in qualche modo universale, fatto di grazia e armonia, contatto con la natura, senso di pace e benessere, e ben si adatta anche al piccolo giardino urbano o a un terrazzo. E se uscendo dal vostro mondo di stile nipponico vi sentirete inesorabilmente “nippodipendenti”, niente paura, sicuramente ci sarà un buon sushi bar nelle vicinanze.
Simboli chiave che non possono mancare sono gli aceri giapponesi, reperibili in varietà che conservano negli anni una dimensione contenuta. Il fogliame può avere molte colorazioni diverse: dal colore rosso primaverile alle sfumature gialle e bronzee autunnali. Richiedono una posizione fresca e riparata dal sole estivo.
Anche i bonsai fanno parte di questa cultura: piccoli o grandi che siano possono essere protagonisti, simbolo della capacità dell’uomo di interagire con la natura.