Il castagno (Castanea sativa), dopo essere stato apprezzato per i suoi frutti già dagli Etruschi, incominciò a essere piantato dai Romani. Appartenente alla famiglia delle Fagacee, è un albero che raggiunge i 15 m d’altezza e più. Per accrescersi impiega all’incirca 60 anni, dopodiché si espande in larghezza, arrivando a 2 m di diametro, ma anche oltre. In maggio, dopo l’emissione delle foglie, compaiono i fiori: le api ne ricavano il pregiato miele di castagno.
Il marrone d’innesto (Castanea major) ha rami color nocciola e produce castagne grosse. Non produce fiori maschili, quindi è necessario che nelle vicinanze ci sia una pianta di castagno normale. È molto diffuso anche il castagno giapponese (Castanea crenata), utilizzato perché resistente a fitopatologie come mal dell’inchiostro e cancro della corteccia, frequenti sui castagni europei.
Le castagne si raccolgono con un bastone per rovesciare le foglie e aprire i ricci, e con un paio di guanti. I frutti si adagiano in un cesto di vimini o in un sacchetto di tela per lasciarli respirare. Le castagne si possono congelare, riponendole in sacchetti da freezer a -20°C. Il sistema funziona per quelle crude, appena raccolte, previa incisione del guscio, e per quelle cotte, sia lessate che arrosto, con o senza buccia. Al momento dell’uso, si pongono ancora surgelate in forno: per lo scongelamento bastano 15 minuti a 180°C.
Ambiente
Il castagno ama i luoghi freschi e soleggiati, riparati dai venti. Non è allevabile lungo le coste, poiché non sopporta i venti salmastri, né in alta montagna, poiché non resiste ai geli intensi e prolungati; è una tipica pianta da fascia collinare e bassa montagna.
Terreno
Il castagno predilige terreni fertili e privi di ristagni idrici, con pH acido o neutro. Non è coltivabile in vaso, visto il notevole sviluppo dell’albero.
Portainnesti
I portainnesti classici sono il franco, lento a crescere ma molto produttivo, e il castagno giapponese, rapido a entrare in produzione ma più delicato.
Impianto
La buca d’impianto deve essere di almeno 70 x 70 x 70 cm e va preparata con uno strato di drenaggio sul fondo, arricchita con stallatico in polvere o pellet. L’albero ha bisogno di molto spazio intorno.
Acqua
L’irrigazione è fondamentale nelle prime fasi dopo l’impianto e nel corso di tutta la prima estate. Qualche sporadica irrigazione di soccorso può rendersi utile anche nelle estati successive se molto calde e secche, fino al decimo anno d’età. Poi diventa del tutto autosufficiente.
Concime
Per i primi 10 anni di vita è bene concimare ogni anno a fine inverno con stallatico in polvere o pellet. In seguito la concimazione sarà diradata prima ad anni alterni, poi ogni 3-5 anni.
Forma di allevamento
La forma di allevamento più adatta è quella naturale, sia per l’aspetto estetico che per la facilità di cura.
Potatura
La potatura su fa per favorire un’uniforme esposizione al sole della chioma anche nelle parti interne sugli alberi giovani. Vanno sempre eliminati i rami secchi, rotti e deperiti.
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