Una domanda comune tra gli amanti del giardinaggio è come e quando irrigare il prato. Le graminacee da prato contengono fino al 90% di acqua, e per garantire la loro salute e vitalità, è essenziale fornire loro la giusta quantità di acqua. Poiché le radici dell’erba sono piuttosto corte, non possono attingere alle profonde riserve di acqua sotterranea, quindi l’irrigazione artificiale diventa spesso necessaria, soprattutto durante periodi di scarsa pioggia per evitare che il prato ingiallisca.
Quanto e quando irrigare il prato
Il prato deve essere irrigato, a seconda della zona, da maggio-giugno fino ad agosto-settembre . L’irrigazione del prato non deve essere un’operazione casuale, deve essere omogenea su tutta la superficie erbosa e deve seguire alcune regole ben precise. La quantità e la frequenza dell’irrigazione dipendono principalmente dalla stagione e dal clima. Fattori come pioggia, vento, temperatura, insolazione e umidità influenzano la quantità d’acqua necessaria per il prato.
I professionisti del verde si affidano al Servizio agrometeorologico della propria Regione, il quale fornisce il tasso di evapotraspirazione potenziale del giorno precedente per ogni zona. Questo tasso indica la quantità di acqua evaporata, e di conseguenza, la quantità di acqua da somministrare al prato. In parole semplici, più è caldo, maggiore sarà l’acqua che evapora dall’erba e dal suolo, portando ad una maggiore necessità di irrigazione.
Le festuche sono più resistenti alla siccità, ma hanno comunque bisogno di un’adeguata irrigazione. Un prato appena seminato in primavera richiederà un maggiore apporto idrico per consentire alle radici di approfondire il sistema radicale.
Quanta acqua serve?
Un prato appena seminato in primavera richiede maggiori quantità d’acqua perché deve ancora approfondire l’apparato radicale. Il momento migliore per innaffiare sono le prime ore del mattino, perché il manto erboso può asciugarsi in fretta senza rischiare ustioni, dovute all’“effetto lente” del sole sulle gocce d’acqua che restano sui fili d’erba.
Durante l’irrigazione, è fondamentale fornire acqua in abbondanza. Irrigazioni troppo leggere possono favorire lo sviluppo di malattie fungine e stimolare la crescita superficiale delle radici, rendendo l’erba più vulnerabile al calore e meno resistente alla siccità improvvisa. L’acqua deve penetrare nel terreno per 15-30 cm, in modo da raggiungere una riserva idrica sotterranea sufficiente a superare periodi di assenza di pioggia. Le radici, in risposta, si allungheranno verso il basso, migliorando la stabilità e la crescita del prato.
Come capire se il prato è troppo bagnato
Evitare l’eccesso di irrigazione è altrettanto importante. Un prato costantemente umido, anche durante le giornate calde, indica un apporto eccessivo di acqua. Questa situazione può causare la comparsa di muschio, limitando la crescita di nuovi steli e l’autorigenerazione del prato. Se invece il suolo è sciolto, l’acqua scivola subito a grande profondità, risultando indisponibile per le radici. Nella discesa, inoltre, trascina con sé gli elementi nutritivi, il che comporta un aumento della concimazione, che si aggiunge alla spesa per l’irrigazione. Troppa acqua, infine, va a vantaggio delle piante infestanti con apparato radicale più sviluppato, determinando la necessità di diserbare.