Cosa fare quando in casa arriva un gatto

Cosa fare quando in casa arriva un gatto

Cosa fare quando arriva a casa un gatto? Innanzitutto non bisogna dimenticare che il cucciolo sarà spaesato per l’ambiente nuovo, intimorito per l’assenza della mamma e dei fratellini, confuso per il cambio di abitudini. Ci vorrà calma, pazienza e tenerezza per aiutarlo a rilassarsi: è inutile cercare di forzare i tempi, e addirittura dannoso costringerlo ad accettare coccole e carezze. Se non è troppo timido, nel giro di qualche minuto si avvicinerà al nuovo amico “umano” e, rassicurato dalle sue mani calde, ringrazierà per le attenzioni facendo le fusa.

Il corredo

Ci sono alcune cose che il micino, quando giunge a destinazione, deve assolutamente avere a disposizione:

  • la cassetta igienica con relativa sabbietta;
  • una ciotola, di ceramica o di plastica, del tipo “non rovesciabile” per l’acqua;
  • due ciotole per il cibo: una per quello secco e una per quello fresco o, eventualmente, per il latte; ne esistono a due spazi, ma sono più scomode da pulire;
  • del cibo;
  • una cuccia o un cestino (anche se, avendone la possibilità, preferirà dormire sul vostro letto);
  • una spazzola e un pettinino, possibilmente antipulci;
  • un trasportino;
  • qualche gioco, soprattutto palline;
  • un graffiatoio.

La sistemazione in casa

Il gatto ama avere quattro zone a disposizione per le sue necessità, dislocate sufficientemente lontane le une dalle altre. Sono quelle che gli etologi chiamano “campi territoriali”. Ogni campo corrisponde a una precisa attività svolta: il gioco, che per lui equivale alla caccia, l’alimentazione, l’eliminazione (vale a dire la cassettina igienica) e il sonno. Questo è il motivo per cui è bene tenere la lettiera lontano dalle ciotole e lasciare il graffiatoio nel posto in cui preferisce “farsi le unghie”, senza cambiare la disposizione di questi elementi, perché il gatto è abitudinario.
Solo dopo che si è un po’ ambientato, potremo giocare con lui, lanciandogli una pallina o caricando giochini a molla come topolini o trottole.

L’educazione

Il gatto è un animale pulito, che è solito sporcare nella cassetta apposita già dal primo escreto non leccato dalla mamma e ha proprie regole di vita. Cosa può voler dire allora educarlo? Semplice: non permettergli di compiere alcune azioni che consideriamo intollerabili, come dormire sul letto insieme a noi, mangiare sul tavolo o arrampicarsi sulle tende.
Per ottenere qualche risultato è, ovviamente, necessario punirlo, con la voce o con una sculacciata, ogni qual volta compie l’atto indesiderato; ma è importante che la punizione giunga contestualmente: una sgridata dopo qualche ora non ha senso e l’animale non ne capisce il motivo; ricordate, infine, che basta lasciar correre una volta, per dover ricominciare completamente da capo. Il micio capisce quello che volete da lui e impara velocemente: non compirà più quell’azione in vostra presenza, ma… quando ve ne sarete andati. Talvolta può capitare che il gatto compia appositamente dei “misfatti” per attirare la vostra attenzione: dovete allora capire se lo avete un po’ trascurato.

 

Per saperne di più: Rita Mabel Schiavo, Il gatto comune, Edizioni De Vecchi 2010
Foto: ©Philippe Rocher/Archivio De Vecchi

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