Il croco e colchico, molto simili tra loro, si fanno apprezzare perché fioriscono in momenti in cui il regno vegetale ha poche fioriture da offrire: in autunno e a fine inverno, sfidando il gelo e la neve.
Il croco (Crocus) produce graziosi fiori tubulari, alti circa 10 cm, con tre stami evidenti, portati da corti steli; comprende innumerevoli ibridi, di color malva, azzurro-lilla, giallo e bianco. I più noti sono quelli con fioritura a fine inverno e in primavera (come il notissimo C. vernus e C. chrysanthus), altri sbocciano in autunno (come C. sativus, da cui si ricava lo zafferano, e C. cartwrightianus).
Il colchico (Colchicum) produce incantevoli fiori, rosa, lilla o violetti, larghi fino a 20 cm, con lunghi tubi e 6 stami, che compaiono prima delle foglie. Include varietà autunnali (le più note) e primaverili, alcune con fiore doppio.
Crochi e colchichi sono rustici e vigorosi, non temono le intemperie né il gelo, sono ottimi in vaso, nelle aiuole e nei prati; possono essere lasciati in terra dove tenderanno a inselvatichirsi: si moltiplicano da soli e si diffondono senza alcun bisogno di cure.
Utilizzi
Si piantano nelle aiuole del giardino, in mezzo agli arbusti o sotto gli alberi. Si trovano a loro agio tra l’erba del prato (i crochi e alcuni colchichi, come C. speciosum e C. autumnale) perché la fioritura avviene in anticipo rispetto al primo taglio dell’erba, che sarà punteggiata qua e là di corolle bianche, gialle o viola, semplici o doppie. Sono molto scenografici i gruppi piantati a schema libero; tenderanno a inselvatichirsi, moltiplicandosi da soli per dare nuovi fiori anno dopo anno. I crochi (i colchichi sono meno adatti) sono coltivabili anche in vaso, con l’accortezza di rinnovare i bulbi ogni anno. I crochi e le varietà più piccole di colchico sono adatte adatte ai giardini rocciosi. Alcune varietà di croco sono vendute per la forzatura con fioritura invernale in casa o pregermogliati, sul punto di fiorire, già prima di Natale.
Ambiente
Crescono bene al sole o a mezz’ombra leggera. Sopportano il gelo, la pioggia e il vento. Alcune varietà di colchico, come “Waterlily”, con fiori doppi e pesanti, vanno coltivate con sottili tutori o tra piante che le sostengano, per evitare che gli steli si pieghino.
Terreno
Il terreno può essere di qualunque tipo, purché mediamente fertile e ben drenato (eventualmente aggiungere sabbia di fiume, ma non sassoso. La piantagione avviene in settembre, per una fioritura da novembre-dicembre o febbraio in poi, secondo i climi; i bulbi di colchico vanno interrati a una distanza di 10-15 cm e alla profondità di circa 10 cm, i cormi di croco a profondità e distanza tra loro pari a 8 cm.
Acqua
Il substrato va mantenuto umido in primavera e in estate; il primo anno può essere consigliabile fornire una pacciamatura in estate per conservare l’umidità nel terreno.
Concime
Se si utilizza terriccio fertile, non c’è bisogno di concime.
Note
Non bisogna mai tagliare le foglie finché non sono completamente ingiallite: servono al bulbo per accumulare sostanze di riserva utili per la fioritura dell’anno successivo.
Abbinamenti
I colchichi producono i fiori prima delle foglie: perché gli steli non appaiano spogli, è possibile inserirli in mezzo a piante dal fogliame decorativo o nell’erba. Ottimi gli abbinamenti con altre bulbose precoci (bucaneve, scille…) e con piantine da fiore primaverili, in particolare viole e myosotis.