Ortaggio fra i più semplici da coltivare, anche per chi è alle prime armi: a partire dalla facilissima semina direttamente in terra, o dalle piantine pronte, si ottiene sempre un buon raccolto, duraturo e gustoso, che si può conservare nel congelatore.
Il fagiolino (Phaseolus spp.) appartiene, insieme a fagiolo, fava, cece, arachide, pisello, lenticchia e lupino, alla grande famiglia delle Leguminose, ed è arrivato in Europa dopo la scoperta dell’America. È una specie con portamento cespuglioso e altezza compresa fra 40 e 60 cm nelle varietà nane, oppure con fusto volubile e alto diversi metri nelle varietà rampicanti. La radice è fittonante, a sviluppo abbastanza superficiale, i fiori sono di colore bianco, rosa o violaceo.
I semi sono contenuti in numero di 5-10 in baccelli o “tegolini” diritti o ricurvi, di lunghezza variabile fra 10 e 20 cm. Le varietà di cui si consumano i baccelli interi, ancora teneri e immaturi, sono comunemente conosciute come fagiolini, fagioli mangiatutto o cornetti.
Le raccolte sono scalari e iniziano, a seconda delle varietà, dopo 60-70 giorni dalla semina. La raccolta si fa quando i baccelli sono ancora teneri e privi del cosiddetto “filo”: nell’orto e in vaso si effettua anche due-tre volte a settimana. Si conservano in frigorifero per una settimana, oppure scottati in acqua bollente e congelati per un paio di mesi.
I fagiolini sono ricchi di proteine (grazie alla simbiosi radicale con i batteri azoto-fissatori), ma anche di vitamine e sali minerali, che li rendono indicati negli stati di carenza o di affaticamento.
Ambiente
Questi ortaggi si coltivano in tutta Italia, dalle coste meridionali sino alle Alpi. Per la germinazione sono necessari almeno 12-13 °C, mentre in fase di accrescimento e fioritura sono ideali temperature di 15-16 °C nelle ore notturne e di 24-28 °C in quelle diurne. L’aiuola destinata ai fagiolini deve essere ben soleggiata, e anche le file delle piante (che crescono fino a 2 m e oltre) devono essere disposte in modo da ombreggiarsi il meno possibile. Temono il vento eccessivo; non tollerano brinate o gelate tardive. È anche possibile coltivare i fagiolini in vasi profondi sul balcone, scegliendo le varietà nane (che danno in genere uno, massimo due raccolti), come Bobis.
Terreno
La terra deve essere abbastanza fertile. La coltivazione in vaso si effettua in vasche di almeno 40 x 40 x 40 cm per 4 piante, con un buon terriccio da orto e un ottimo drenaggio sul fondo del contenitore (ghiaia o biglie di argilla).
Semina/trapianto
Nelle zone costiere del Meridione le semine iniziano già a febbraio-marzo, mentre nelle regioni settentrionali, più soggette al rischio di gelate tardive, gli impianti vengono posticipati di almeno un mese: la semina, direttamente in piena terra, può avvenire a partire da fine aprile (temperatura di almeno 15 °C) e sino a giugno per le varietà rampicanti, fino a metà luglio per quelle nane; gli stessi periodi sono idonei anche per il trapianto di piantine pronte. Per avere una costante disponibilità di prodotto, dall’inizio di giugno all’inizio di ottobre, le semine o i trapianti di esemplari pronti si possono effettuare scalarmente, a intervalli di 8-10 giorni, fino all’estate inoltrata.
Le distanze d’impianto variano in funzione delle varietà: per quelle nane le semine si eseguono su file distanziate di 50-70 cm, con piante, dopo il diradamento, a 5-10 cm sulla fila. Per le cultivar rampicanti, caratterizzate da taglia e vigoria vegetativa maggiori, le file vengono distanziate 90-120 cm, con piante a 15-20 cm sulla fila. La profondità di semina può variare da 2-3 cm nei terreni più tenaci e compatti fino a 5-6 cm nei suoli più sciolti.
Acqua
Dopo la semina o il trapianto e finché le piantine non si arrampicano sui sostegni sono necessarie bagnature frequenti ma non troppo abbondanti. In seguito è sufficiente un’annaffiatura a settimana, in piena estate, molto abbondante. È preferibile annaffiare per scorrimento, senza bagnare il fogliame. In vaso le annaffiature devono essere abbondanti e regolari, dalla semina o trapianto alla fine del ciclo colturale.
Concime
I legumi come i fagiolini hanno scarsissime necessità nutritive, perché sono in grado di ricavare da soli l’azoto di cui hanno bisogno, grazie ai batteri azoto fissatori che albergano sulle loro radici. Basta solo utilizzare un terriccio fresco e relativamente fertile.
Note
Due settimane dopo la semina, o al momento del trapianto di piantine pronte, bisogna mettere i sostegni (non servono però alle varietà nane), alti almeno 2 m fuori terra, in legno, ferro o bambù, su cui i fagiolini si arrampicheranno da soli. In alternativa si possono utilizzare anche le reti in materiale plastico, sempre alte almeno 2 m. Consentono un facile ancoraggio delle piante e, nonostante il costo superiore a quello dei normali tutori, possono essere utilizzate più volte negli anni, grazie alle caratteristiche di robustezza e praticità. Nelle prime fasi di crescita delle piantine, bisogna estirpare costantemente tutte le erbacce.
Abbinamenti
È utile, ai fini della difesa dalle malattie, abbinare il fagiolino a ravanelli, ortaggi da foglia, spinaci, sedano, oppure a piante come pomodoro e cetriolo, utilizzando per i fagiolini i tutori più esterni.
Altri utilizzi
Nella rotazione colturale il fagiolino è considerato una pianta miglioratrice, perché apporta al terreno grandi quantità di azoto, e può precedere con buoni risultati altri ortaggi, tra cui le Solanacee (pomodoro, melanzana, peperone), particolarmente esigenti sotto il profilo nutritivo.
Varietà
Ne esistono numerosissime varietà: nane o rampicanti, precoci o tardive, a baccello curvo, diritto e stretto, diritto e largo, anche lunghissimo, verdi, bianchi, gialli, viola. Tra le varietà nane si ricordano Boby bianco, a baccello verde, cilindrico, con primo raccolto dopo 55 giorni; Anellino di Trento, inconfondibile per i baccelli ricurvi e tipicamente marmorizzati, carnosi, molto saporiti e senza filo; Mangiatutto Nerina, molto apprezzato sia per il consumo fresco sia per la surgelazione; Purple Queen, dai baccelli cilindrici lunghi 15 cm e di colore violetto che scompare con la cottura: è la varietà nana del rampicante Trionfo Violetto; Rocquencourt, pronto dopo 60 giorni, dai baccelli gialli, lunghi e piatti; Roma dai baccelli verdi lunghi e larghi.
Tra le varietà rampicanti si segnalano Un Metro Tapir, dai baccelli verdi, lunghi fino a 90 cm ma da raccogliere quando misurano circa 20 cm; Anellino verde, pronto a 85 giorni dalla semina; Bobis a seme bianco e baccello verde; Marengo, a baccello giallo vivo lungo 20 cm e largo 2, carnoso come il più tardivo Meraviglia di Venezia; e Cossè Violette (Trionfo Violetto), indicato sia in montagna sia in pianura, a baccelli diritti, lunghi 22-25 cm e larghi 1,5 circa, di colore violetto scuro che si trasforma in un bel verde lucente durante la cottura.
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