Prima della scoperta dell’America, i nostri antenati Romani avevano a disposizione solo il fagiolo dell’occhio (Vigna unguiculata), mentre dobbiamo ringraziare Colombo per il borlotto e il cannellino (Phaseolus vulgaris), il fagiolo di Lima (P. lunatus) e il bianco di Spagna (P. coccineus), originari delle terre comprese tra Perù e California dove sono noti dal V millennio a.C.
Il fagiolo (Phaseolus spp.) è una Leguminosa erbacea annuale, con portamento cespuglioso e altezza compresa fra 40 e 60 cm nelle varietà nane, oppure con fusto volubile e alto diversi metri nelle varietà rampicanti. I fiori sono di colore bianco, rosa o violaceo.
I fagioli sono contenuti in numero di 5-10 in baccelli o “tegolini” diritti o ricurvi, di lunghezza variabile fra 10 e 20 cm. Si differenziano per dimensioni, forma (ovale, tonda o reniforme) e colore della buccia (da bianco a nero, da rosato a rosso o marrone, uniforme o screziato).
Le raccolte sono scalari e iniziano, a seconda delle varietà, dopo 80-120 giorni dalla semina: nell’orto si effettua manualmente due volte a settimana. I fagioli da consumare freschi si raccolgono quando i baccelli sono maturi, ancora teneri e con i semi ben ingrossati. Per i fagioli secchi da conservare, il momento giusto coincide con l’ingiallimento delle foglie e il completo essiccamento dei baccelli.
I fagioli sono ricchissimi di proteine (grazie alla simbiosi radicale con i batteri azoto-fissatori) che si completano in unione con cereali: sono perciò ricostituenti e nutrienti, grazie anche ai molti zuccheri, altamente energetici; le sostanze nutritive aumentano nel fagiolo secco, grazie all’ammollo, che stimola la sintesi di nuove vitamine. Il fagiolo secco risulta però anche più calorico. L’ottimo contenuto in potassio li rende diuretici.
Ambiente
Il fagiolo si coltiva in tutta Italia, dalle coste meridionali sino alle Alpi senza problemi. La posizione deve essere pienamente soleggiata, non esposta al vento che può lacerare le grandi foglie. Esistono anche varietà di fagiolo nane, da sperimentare per la coltivazione in vaso.
Terreno
La terra deve essere fertile. La coltivazione in vaso si può effettuare con varietà nane, da coltivare in vasche di almeno 50 x 50 x 50 cm per 3 piante, con un buon terriccio da orto e un ottimo drenaggio sul fondo del contenitore (ghiaia o biglie di argilla).
Semina/trapianto
Lungo le coste del Meridione le semine iniziano in febbraio-marzo, mentre nel Nord la semina, direttamente in piena terra, o il trapianto di esemplari pronti, avviene a partire da fine aprile (almeno 15 °C) e sino a giugno. Le semine possono venire eseguite scalarmente, a intervalli di 8-10 giorni, e lo stesso vale per i trapianti.
Le distanze d’impianto variano in funzione delle varietà: per quelle nane le file devono essere distanziate di 50-70 cm, con piante, dopo il diradamento, a 5-10 cm sulla fila. Per le cultivar rampicanti, che hanno taglia e vigore maggiori, le file vanno distanziate 90-120 cm, con piante a 15-20 cm sulla fila.
Acqua
Dopo la semina e finché le piantine non si arrampicano sui sostegni servono annaffiature frequenti ma non troppo abbondanti. In seguito è sufficiente un apporto a settimana, in piena estate, molto abbondante, senza bagnare il fogliame (è preferibile annaffiare per scorrimento). In vaso le annaffiature devono essere abbondanti e regolari, dalla semina alla fine del ciclo colturale.
Concime
I fagioli hanno scarsissime necessità nutritive, perché sono in grado di ricavare da soli l’azoto di cui hanno bisogno, grazie ai batteri azotofissatori che vivono sulle loro radici. Mescolare al terreno quando lo si lavora in autunno un po’ di concime bilanciato.
Note
Due settimane dopo la semina bisogna mettere i sostegni (non servono però alle varietà nane), alti almeno 2 m fuori terra, in legno, ferro o bambù, su cui i fagioli si arrampicano da soli. In alternativa si possono utilizzare le reti in materiale plastico, sempre alte almeno 2 m. Nelle prime fasi di crescita delle piantine, bisogna estirpare costantemente tutte le erbacce.
Abbinamenti
Il fagiolo viene consociato a ravanelli, insalate, spinaci e sedano.
Altri utilizzi
Nella rotazione colturale i legumi vanno considerati come piante “fertilizzanti”, perché apportano al terreno grandi quantità di azoto. Dopo di loro possono seguire le Solanacee (pomodoro, peperone, melanza ecc.), particolarmente esigenti sotto il profilo nutritivo.
Varietà
Ne esistono numerosissime varietà. Tra le nane, si ricordano Borlotto di Vigevano nano, dal seme rosa salmonato con striature rosso-violaceo; fagiolo dell’Occhio con semi bianco crema macchiati di nero presso l’attaccatura; Cannellino o Lingot dal seme bianco, oblungo. Fra le rampicanti si segnalano Borlotto Lingua di Fuoco con seme salmone, striato di bruno; Borlotto Lamon dai baccelli lunghi con semi rosa, striati di rosso; Borlotto Stregonta, caratterizzato da grande produzione di baccelli lunghi, ricurvi rosso vivo, con semi grossi rosa, venati di rosso; Spagna Bianco (Corona) dal seme grosso bianco.
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