Fiori selvatici, una risorsa per l’agricoltura e per l’ambiente e oggi ritornati in auge, finalmente… A lungo eliminati con diserbanti perché considerati dannosi per le colture, oggi i fiori selvatici tornano ad essere considerati come risorsa naturale per sinergie utili all’agricoltore e all’ambiente. è indispensabile favorire gli equilibri naturali ed aumentare la biodiversità, poiché molti attacchi parassitari sono conseguenza di una errata gestione dell’ambiente e del territorio.
Nella nuova agricoltura sostenibile si utilizzano erbe la cui fioritura attira e nutre numerosi insetti utili, per la creazione di apposite fasce inerbite che vanno collocate in prossimità delle coltivazioni o al loro interno. Queste fasce inerbite, oltre a fornire cibo, offrono anche rifugio e riparo per insetti predatori, insetti pronubi e piccoli mammiferi e rettili utili, come i ricci e i rospi. La scelta delle erbe da utilizzare deve rispondere ad alcuni requisiti: elevata rusticità (piante spontanee), buona fioritura, produzione di nettare e di polline. Queste fasce inerbite con fiori di campo richiedono una minima, se non nulla, manutenzione, con non più di due sfalci all’anno, per consentire la riproduzione da seme delle specie presenti.
Anche nell’inerbimento di molte zone urbane si possono utilizzare le fioriture spontanee effettuando semine “su misura” che richiedono un lavoro di ingegneria naturalistica per dosare bene le diverse specie e ottenere tappeti fioriti a bassa manutenzione, ideali per scarpate, rotatorie stradali, aree di verde estensivo e di ripopolamento naturalistico. Tra i fiori selvatici più usati ci sono i papaveri, e il trifoglio, importantissimo per api e farfalle, oppure anche i fiordalisi selvatici, un tempo comuni nelle campagne e oggi quasi scomparsi…