Il beagle, il diffusissimo segugio in stile inglese apprezzato come cane da caccia alla volpe nel periodo elisabettiano, deriva da un incrocio tra l’Harrier ed il Segugio. La razza del beagle originaria prevedeva una taglia più piccola rispetto all’odierna per curiosamente i cacciatori inglesi erano soliti portare questi cani dentro canestri in vimini appesi alle selle dei cavalli per poi liberarli al momento della presa alla volpe sui campi di caccia.
Ottimo segugio e quindi cane dal fiuto molto sviluppato, si distingue nella caccia alla lepre, alla quaglia, al fagiano, ma è un cane pronto e sveglio al comando per qualsiasi addestramento gli si abbia impartito. Per questo motivo in Australia è stato per anni impiegato nella caccia al canguro, e negli Stati Uniti d’America spesso è compiaciuto e fedele compagno dei pescatori sulle barche d’altura o lungo i fiumi ed i grandi laghi.
Il beagle è un cane instancabile, attento, vigile e festoso. Fra tutti i segugi è forse quello dotato di una voce più armoniosa, tuttavia è un cane che abbaia facilmente e insistente al punto che gli anglosassoni usano l’ espressione “singing beagle” per indicare i latrati ed il suono che proviene da una muta di beagles liberi di scorrazzare.
Come cane da compagnia, il beagle, necessita di sfogarsi in lunghe passeggiate e nel gioco ma si manifesta un gradevole compagno, affettuoso, vivace, allegro, simpatico e dalle movenze aggraziate nonostante la sua esuberanza.
E’ stato, negli anni Cinquanta, il cane preferito delle famiglie americane, ma da un decennio in Italia ha trovato giusto apprezzamento e grande diffusione.
Lo standard prescrive un’ altezza al garrese di 33-40 cm maggiore logicamente nel maschio. Il peso va dai 15 ai 20 kg ma va un po’ tenuto nell’alimentazione perché, specialmente se sedentario, corre il rischio di ingrassare troppo. Il mantello presenta pelo raso e fitto nel classico tricolore bianco, arancio e nero. Le orecchie sono lunghe e pendenti, la coda viene portata allegramente ed è perennemente in movimento. Gli occhi hanno espressione dolce e malandrina, debbono essere marroni scuri come pure nero scuro deve essere il tartufo.
Dott. Marco Gentile, Medico Veterinario, Albo 1622 Torino
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