Il luppolo diventa idroponico anche perchè si stima in oltre il miliardo di Euro la spesa degli italiani per farsi il classico bicchiere di birra: il dato, impressionante, indica un consumo annuale medio, pro capite, di 32 litri. A spingere la crescita sono i birrifici artigianali, più che quadruplicati negli ultimi dieci anni, e parallelamente sono aumentati i consumi di acqua, di energia e di prodotti agricoli per la produzione della bionda e amata bevanda, tra cui l’importazione del luppolo, attualmente in massima parte acquistato all’estero, con rilevanti costi di trasporto e di impatto ambientale. Ma in futuro forse la birra sarà più amica dell’ambiente. Di recente, un gruppo di giovani ricercatori ha avviato una coltura sperimentale idroponica (fuori suolo) di luppolo, metodo che non richiede terra e dimezza il consumo di acqua. Inoltre, con questo metodo i raccolti di luppolo possono raddoppiare, diventano due all’anno, assicurando maggiore redditività anche alla filiera agricola. Il tutto avviene in serre, il che consente di ridurre i rischi dovuti al maltempo e, volendo, di alimentare le serre con energia fotovoltaica. Un buon progetto che, se decolla, porterà luppolo italiano nelle nostre birre. Nel frattempo, cresce anche la passione per la birra fatta in casa. Diventeremo tutti mastri birrai?