Fino alla metà dell’Ottocento il pastore scozzese Collie svolgeva l’attività di guardiano della fattoria e delle greggi. Tuttavia nel 1860 la regina Vittoria acquistò un cucciolo del cane Collie e logicamente la scelta di Buckingham Palace influì sulla notorietà del Pastore scozzese, assurto a nobile cane da compagnia quando, fino a poco tempo prima, era stato un semplice cane da pagliaio. Dopo un ventennio il Collie sbarcava oltre oceano conquistando le simpatie degli Americani per sensibilità, bellezza, eleganza nelle sue movenze, signorilità di carattere.
L’allevamento del pastore scozzese Collie e la selezione puntarono a migliorare il mantello che si arricchì negli anni di pelo sempre più folto, di un collare ampio e lanoso e di espressive frange sulle quattro zampe. La selezione fisica andò di pari passo con lo sviluppo delle sue già innate attitudini al punto da potere essere definito dagli estimatori della razza, un “cane con intelligenza d’uomo e fascino di donna”.
Divenuto popolarissimo, e a buona ragione, col telefilm “Lassie”, il pastore scozzese Collie si distingue anche fuori dalla finzione cinematografica per doti di coraggio ed intelligenza che lo fanno spesso un ottimo cane da salvataggio impiegato dai pompieri e dai sommozzatori.
Lo standard prevede un’altezza di 50-60 cm al garrese per un peso corporeo di 20-30 kg maggiore per i maschi. Il muso non deve essere eccessivamente lungo e sottile, gli occhi hanno forma di mandorla e le orecchie vengono portate con la punta incurvata in avanti. Il mantello, come già detto, ha pelo abbondante nei colori fulvo, blu merle e tricolore. Esiste anche una varietà a pelo corto.
Dott. Marco Gentile, Medico Veterinario, Albo 1622 Torino
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