Ci sono piante migranti che hanno attraversato gli oceani per trovare anche in Italia ambienti adatti alle loro esigenze, tanto che oggi sono “cittadine italiane” a tutti gli effetti. Ecco alcune storie curiose.
La spinta a trovare ambienti idonei per vivere è istintiva negli esseri umani, negli animali e anche nelle piante; e l’evoluzione, nel corso del tempo, crea le condizioni affinché le diverse forme di vita possano trovare il modo di adattarsi all’ambiente, per potersi riprodurre e garantire così la continuazione della specie. Così come oggi uomini e donne si mettono in viaggio, soprattutto per trovare nuovi luoghi in cui vivere in pace e in sicurezza, anche le piante hanno viaggiato; ci sono state piante “migranti” che sono giunte qui, vicino a noi, e ancora oggi assistiamo a migrazioni di piante e anche di insetti e altri animali, con esiti non sempre positivi.
Piante di terre lontane e le loro storie curiose
Alcune delle piante più tipiche dell’Italia mediterranea sono in realtà originarie di terre lontane, per esempio la buganvillea, scoperta in Brasile da una giovane scienziata francese, Jeanne Baré, che viaggiò con il suo compagno, un botanico, travestita da uomo perché nel ‘700 le donne non erano ammesse sulle navi. E il geranio, non è di casa nostra: arrivò come “clandestino” dall’Africa meridionale, trasportato di nascosto su una nave che nel ‘600 doppiava il Capo di Buona Speranza. Alcuni anni dopo il celebre giardiniere inglese John Tradescant riusciva a riprodurre la pianta da seme. Poi a fine ‘800 vennero importate molte nuove specie che, incrociate fra loro, ci hanno dato i gerani che coltiviamo oggi. L’italianissimo oleandro ha le sue origini lontane in Asia; l’aloe viene dall’Africa; la petunia e Surfinia sono brasiliane, come la fucsia. La mimosa che fiorisce in Liguria è di origine australiana, gli aranci sono asiatici. E le palme che popolano Roma e tante città d’Italia sono di origine nordafricana; già l’imperatore Augusto le faceva coltivare come segno di benevolenza degli dei.
Le indesiderate: migranti dannose
Ci sono anche piante invasive che, anche grazie alla globalizzazione, stanno creando non pochi problemi. L’ambrosia, per esempio, è una piantina americana che crea grandi problemi di allergie; la robinia, importata dall’America come specie ornamentale, è diventata invadente a scapito di altre specie nostrane, così come l’ailanto. E ancora più dannose sono alcune specie di insetti: la zanzara tigre, la cimice asiatica, il punteruolo rosso delle palme e il calabrone asiatico sono solo alcuni degli esempi. L’equilibrio naturale è delicato: l’azione dell’uomo non consente i tempi di adattamento della natura, e i guai li possiamo purtroppo vedere con chiarezza.
IL CONSIGLIO
L’africano geranio è oggi di casa in tutta Italia. In primavera la scelta di varietà è molto vasta; per farlo fiorire bene occorre trapiantarlo subito in un vaso più grande con una manciata di biglie d’argilla sul fondo, per favorire il drenaggio.
Il substrato consigliato è quello per gerani o piante da fiore; la concimazione deve essere ogni 10-12 giorni.
La temibile farfallina del geranio è anch’essa una migrante clandestina, arrivata dal Sud Africa alcuni anni fa. Per prevenire i danni occorre utilizzare fin dalla primavera un prodotto insetticida da somministrare ogni 15-20 giorni, in modo da evitare la propagazione dei bruchi che perforano foglie e fusti.