I macrobonsai sono piante da giardino lavorate con le stesse tecniche dei bonsai tradizionali perché ne assumano la forma caratteristica. Per ottenerli occorrono parecchi anni; gli esemplari più grandi sono stati modellati anche da diverse generazioni di esperti. La maggior parte di essi viene del Giappone, paese dal quale vengono spediti via mare, in container refrigerato a 3 °C. Il viaggio dura 30-40 giorni e avviene in inverno, quando le piante sono in riposo vegetativo, per cui lo sopportano senza alcun problema.
I macrobonsai possono essere di molte specie diverse. I più diffusi sono Ilex crenata e Taxus cuspidata; più pregiato è il Pinus pentaphylla, a 5 aghi, che ha una crescita più lenta e richiede una manutenzione diversa, un po’ più complessa. Ilex e Taxus non hanno esigenze particolari; è sufficiente una regolare potatura secondo i principi dell’arte topiaria per mantenere la forma rotondeggiante che caratterizza la ramatura. Il Pinus è più impegnativo: occorre togliere regolarmente dalla pianta gli aghi secchi e spezzare le “candele”, cioè le gemme che si allungano fra gli aghi proprio come candeline, prima che aprano gli aghi. Questa operazione si effettua più volte fra aprile e maggio per impedire che la pianta perda la silhouette tipica.
Solitamente si tengono in giardino, sono ideali per atmosfere in stile orientale e zen; si possano allevare anche in vaso di adeguata dimensione. Sopportano il gelo, ma nessuno è da pieno sole. L’Ilex è resistente al caldo; il Taxus è delicato e consigliabile in zone fresche o esposte a nord; il Pinus può essere allevato anche nelle regioni mediterranee, in posizione ombreggiata e luminosa.
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