La patata (Solanum tuberosum) è arrivata in Italia 500 anni fa circa. Dalle Ande peruviane e cilene, dove era coltivata dagli Inca fin dal 3.500 a.C., fu portata in Europa dagli Spagnoli nel XVI secolo e venne considerata solo una pianta ornamentale o un cibo per maiali fino al XVIII secolo. Furono le carestie dovute alle guerre europee nel ‘700 a far scegliere questi tuberi come alimento, per poi scoprirne le eccellenti qualità nutritive e gastronomiche.
È una pianta erbacea annuale con radici piuttosto superficiali, sui cui stoloni si formano i tuberi. La parte area è in genere costituita da due o più fusti con portamento eretto o più o meno prostrato. L’infiorescenza è un corimbo di fiori bianchi venati di viola, stellati. I frutti sono bacche carnose non usate a scopo alimentare.
Il momento della raccolta coincide con il disseccamento, a partire dalle foglie basali, della parte aerea della pianta. Si consiglia di scalzare periodicamente, a partire da 180-200 giorni dalla semina, il terriccio per controllare le dimensioni dei tuberi, che si estraggono in genere estirpando l’intera pianta.
La conservazione va effettuata in ambienti freschi e moderatamente ventilati (per esempio una cantina asciutta, o in balcone d’inverno). Le patate, raccolte in cassette, devono essere mantenute al buio, per evitare inverdimenti che sono indicatori dell’accumulo di solanina, un alcaloide che è tossico in grandi quantità. La temperatura dovrebbe mantenersi tra 6 e 8 °C; a 2-3 °C i tuberi si dice che “addolciscono”, il che provoca uno scadimento qualitativo. Non metterle mai in vicinanza di mele: l’etilene che liberano fa andare a male rapidamente le patate.
La patata è digeribilissima (soprattutto lessa) e combatte l’ulcera calmando le infiammazioni. Viene prescritta per contrastare problemi cardiaci come le aritmie, per l’ottimo contenuto in potassio e la penuria di sodio che la rendono un eccezionale diuretico. Sazia ma non ingrassa (se lessa): è amica della linea e di chi soffre di diabete, perché è priva di zuccheri nocivi. Se possibile, lessare le patate con la buccia: subito al di sotto infatti si concentrano minerali e vitamina C, che si disperdono nell’acqua se manca l’involucro.
Ambiente
Questa Solanacea non presenta particolari problemi di adattabilità: si ottengono buoni risultati sia in pianura sia nelle zone di montagna. Predilige climi moderatamente freschi, e non dà buoni risultati lungo le coste, soprattutto nel Sud Italia. L’esposizione deve garantire almeno 6 ore di insolazione giornaliera. La coltivazione in vaso richiede cassette profonde o sacchi appositi, molto usati nel mondo anglosassone.
Terreno
Pur prestandosi alla coltivazione su suoli sabbiosi o compatti, trae maggiori benefici in terreni di medio impasto (che permettono un buono sviluppo degli stoloni e maggiore regolarità dei tuberi), ben aerati e con buona dotazione di sostanza organica. Desiderando sperimentare la coltivazione in contenitore, serve un vaso di almeno 50 x 50 x 50 cm per una singola pianta, riempito con un buon terriccio da orto e con un ottimo drenaggio sul fondo (ghiaia o biglie di argilla).
Semina/trapianto
Generalmente si utilizzano i tuberi-seme. Dopo l’acquisto, i tuberi vanno stesi in cassette e posti a germogliare a 10-14 °C in ambienti a luce diffusa, per un periodo di 20-40 giorni. La lavorazione del terreno va invece effettuata qualche mese prima della semina con una vangatura alla profondità di 20-30 cm e l’arricchimento con letame ben maturo o stallatico in polvere o pellet. Nel Sud le semine iniziano in novembre-dicembre, con raccolte precoci in marzo-aprile. In Val Padana gli impianti si realizzano in febbraio-aprile, con produzioni estive in luglio-agosto. Negli ambienti collinari e di montagna le semine vengono posticipate alla tarda primavera con raccolte tardive in settembre-ottobre. I tuberi vengono seminati in solchetti a 25-30 cm l’uno dall’altro e ricoperti con 10-15 cm di terreno ben sminuzzato. La distanza tra le file può variare da 70 a 80 cm.
Acqua
L’irrigazione, se necessaria a seguito di un periodo di siccità estiva di almeno 2 settimane, va somministrata nel periodo compreso tra la fase di “tuberificazione”, in prossimità della fioritura, e la fine dell’ingrossamento dei tuberi, con cadenza ravvicinata e bassi apporti per ogni intervento. Può essere effettuata a pioggia, con l’ausilio di irrigatori o con tubo microforato.
Concime
Durante la lavorazione autunnale del terreno preliminare all’impianto è bene apportare un concime organico come letame o stallatico secco. Durante l’ultima lavorazione prima della semina va somministrato un concime a base di fosforo e potassio. Infine l’azoto va fornito al momento della semina. Non sono necessarie altre concimazioni.
Note
L’eliminazione manuale delle infestanti è importante soprattutto nelle prime fasi del ciclo: a sviluppo ultimato la pianta esercita infatti una buona competizione nei confronti delle malerbe.
Abbinamenti
La patata non deve seguire altre Solanacee (melanzana, peperone, pomodoro) o tornare sullo stesso appezzamento per almeno due-tre anni. È preferibile coltivarla da sola, senza consociazioni con altre piante da orto o da fiore.
Altri utilizzi
La patata è ottima per rendere più bella la pelle: serve come maschera idratante, contro le rughe, per calmare gli arrossamenti oculari, le occhiaie, le borse e le zampe di gallina. Inoltre, placa il dolore su piccole scottature da sole o da fuoco e acqua calda.
Varietà
Per la produzione familiare, la scelta della varietà è condizionata essenzialmente da parametri di natura agronomica, come la precocità del ciclo produttivo, la facilità di coltivazione (adattabilità ambientale, resistenza agli stress ecc.) e la conservabilità del prodotto. Un peso determinante deriva anche dalla qualità organolettica e dall’attitudine gastronomica. Le varietà consigliate per l’orto sono:
o Primura, a ciclo precoce. Presenta tuberi a buccia gialla, di forma ovale. È caratterizzata da una discreta conservabilità, può essere cucinata in insalata, arrosto o gratinata. Utilizzata fresca è indicata anche per la preparazione di patate fritte;
o Monalisa, a ciclo medio-precoce. Cultivar di forma ovale a buccia gialla. Mediamente conservabile, presenta attitudini culinarie simili a Primura;
o Spunta, indicata per la produzione di patate novelle, è diffusa nelle zone del Centro e Sud Italia ed è caratterizzata da tuberi allungati a buccia gialla. Si presta per la cottura a vapore;
o Kennebec, a buccia gialla e maturazione medio-tardiva. Diffusa nelle zone collinari e montuose del Nord Italia, presenta tuberi a pasta bianca indicati per la produzione di purè, sformati, zuppe e fritti. Interessante per la sua rusticità, la resistenza alla siccità e la buona conservabilità;
o Desirée, cultivar a buccia rossa di ciclo medio-tardivo. Ottima per gnocchi, si presta anche alla preparazione di patate fritte;
o Majestic, varietà tardiva a buccia gialla. I tuberi sono allungati e a pasta bianca. Caratterizzata da elevata conservabilità, presenta attitudini culinarie simili a Kennebec.
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