Piante carnivore: comportamento, consigli, cure

Piante carnivore: comportamento, consigli, cure

Chiamate anche insettivore, sono piante in grado di attrarre, catturare e digerire un’ampia varietà di prede. Vi viene in mente la scena del film Jumanji dove l’auto della polizia viene risucchiata dai tentacoli di una pianta gigantesca? Non è proprio quello il cibo preferito da queste piante! A parte le fantasie cinematografiche, in genere si cibano di insetti e altri piccoli artropodi e lo fanno sfoderando una vasta gamma di strategie insolite. A oggi. si conoscono più di 600 specie di carnivore, divise in 12 generi e 5 famiglie. Diffuse in tutto il mondo queste specie botaniche provengono da aree ricche di acqua, come le paludi, con un alto tasso di umidità in un suolo acido e quindi privo di nutrienti come azoto, fosforo e potassio. Questa carenza viene integrata dalla pianta attraverso la cattura e la “digestione” delle proteine animali.

Il primo a parlarne in un trattato fu Charles Darwin che, rapito dalla particolarità di questi vegetali,  definì la Dionaea muscipula, detta Venere acchiappamosche, la “pianta più meravigliosa del mondo”.

Vediamo come si comportano:

TECNICHE DI INTRAPPOLAMENTO

Come accennato, hanno sviluppato diversi tipi di strategie per catturare gli organismi di cui si nutrono. In generale, le insettivore si basano su un effetto a sorpresa di tipo meccanico che imprigiona la preda tra le sue foglie uccidendola. La fase successiva, che dura da una a due settimane è la “digestione” che avviene tramite gli enzimi digestivi prodotti direttamente dal vegetale. Ciò che rimane dell’insetto digerito è uno scarto che viene eliminato con le acque piovane.

Ecco quelle con i meccanismi più spettacolari da ammirare:

La trappola a cerniera, tipica della famosa Dionaea muscipula, avviene con la chiusura improvvisa dei due lobi fogliari dentellati che con uno scatto simile al morso di una bocca, imprigiona l’insetto che non ha via di scampo.

Trappola ad ascidio è il metodo usato dalla Nepenthes: le foglie modificate sono arrotolate su se stesse e formano una sorta di tubo chiamato ascidio. Al suo interno si trova un liquido digestivo vischioso che blocca, uccide e assimila la preda.

Mentre le trappole adesive, come quella della Drosera indica, hanno sulle foglie una sostanza appiccicosa incolore simile a gocce d’acqua. Gli insetti attratti dall’odore che ricorda il nettare si posano sulla foglia rimanendo incollati e intrappolati.

TIPOLOGIE

Ce ne sono di diversi tipi, da quelle adatte ai principianti a quelle indicate per mani esperte in piante tropicali. Tra quelle più diffuse che riscontrano un grande successo di pubblico per via delle loro caratteristiche di predatrici, troviamo il genere Sarracenia, Nepenthes, Drosera e Pinguicola.

CURE

Le linee guida per la coltivazione variano in base alla singola pianta scelta. Infatti, pur essendo simili, hanno esigenze molto diverse tra loro in termini di esposizione, umidità e terreno. Vediamo in generale di cosa hanno bisogno:

  • amano la luce del sole diretta o indiretta per molte ore al giorno;
  • vanno bagnate con acqua piovana o distillata. Mai con quella del rubinetto;
  • non richiedono concimazione. Nutrendosi di insetti non hanno bisogno di altri fertilizzanti. Ma consigliamo comunque di informarvi presso il garden di fiducia, a seconda della specie che acquistate;
  • il terriccio ideale non è quello comune ma quello a base di torba acida di sfagno da miscelare con sabbia silicea e perlite. Le Nepenthes, per esempio vivono bene in un compost per orchidee;
  • necessitano di sottovasi ampi e profondi con argilla espansa per dare umidità nei mesi estivi;
  • temperatura ideale per la crescita è compresa tra i 16° C e i 24°C anche se alcune sopportano le minime vicino allo zero;
  • alcune specie, come la Serracena flava, se coltivate in zone temperate, vanno lasciate sempre all’aperto per entrare in riposo vegetativo invernale.

ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE

Se coltivate in casa, come per molte altre piante d’appartamento, è molto importante adottare un impianto di illuminazione che fornisca la giusta quantità di luce nei periodi in cui quella naturale scarseggia. In commercio si trovano dei corpi illuminanti che garantiscono una fonte di luce integrativa come ad esempio i led con temperatura di colore di 5000-7000K o a spettro completo, da 15000-40000 lux.

Anche il fotoperiodo, ovvero le ore di luce giornaliera, va studiato ad hoc per una buona crescita.

Se volete cimentarvi con successo nella coltivazione di queste splendide piante vi consigliamo di prendere informazioni nel garden di fiducia. Sicuramente il personale preparato in materia vi darà tutte le indicazioni per partire con il piede giusto.

Articolo realizzato in collaborazione con Silvia Magnano

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