Il porro (Allium porrum) è un ortaggio da foglia affine alla cipolla e all’aglio, coltivato già al tempo degli Egizi; in Italia è apprezzato soprattutto nel Centro-Nord. La sua coltivazione è molto semplice perché, nonostante il ciclo sia piuttosto lungo, ha bisogno di ben poche cure.
Presenta un apparato radicale fascicolato, con molte radici che si possono spingere fino a 50 cm circa di profondità. Il bulbo è poco sviluppato o assente. Le foglie sono allungate, con portamento eretto o ricadente, di colore da grigio verde a verde bluastro. La raccolta si effettua quando il diametro dei fusti ha raggiunto i 2-3 cm, dopo circa 3-4 mesi dal trapianto o 5-7 dalla semina. Si estirpa l’intera pianta, si tolgono le foglie esterne, verdi e dure, si tagliano a 15 cm sopra la parte bianca, si accorciano le radici e si conservano in una cantina buia e fresca (per un mese) o in frigorifero.
Ambiente
Il porro è un ortaggio autunno-invernale, coltivato in tutte le regioni italiane, specialmente al Centro-Nord (Alpi comprese) a condizione di scegliere le varietà adatte al clima e alla stagione. Non vive bene nelle zone costiere, soprattutto in estate. Dà una buona resa anche sul terrazzo, se coltivato in un contenitore profondo.
Terreno
I terreni migliori sono quelli di medio impasto, freschi e umidi, ma senza problemi di drenaggio e ben dotati di sostanza organica; la pianta non tollera i terreni salati. Questa Liliacea occupa poco spazio in larghezza, ma ha radici che si approfondiscono in verticale: servono contenitori molto profondi (almeno 30 cm) e piuttosto larghi (in 30 x 30 ci stanno 3 piante).
Semina/trapianto
Le varietà precoci (estive) si seminano a dicembre-gennaio in letto caldo o semenzaio per raccolte in giugno-luglio; quelle estivo-autunnali in marzo-aprile in semenzaio per la raccolta in agosto-novembre; le tardive (invernali) in maggio-giugno in piena terra per la raccolta in novembre-dicembre; le semine in settembre a dimora danno il raccolto in marzo. A 30-40 giorni dalla semina le piantine vanno diradate. Il trapianto si effettua quando le piantine sono alte 15-20 cm (circa a 12 settimane dalla semina), distanziandole sulla fila di 8-20 cm e tra le file di 30-50 cm, per una densità di 20-40 piante per metro quadro.
Acqua
Tranne che in inverno, il porro va irrigato con regolarità ma senza eccessi, soprattutto in vaso.
Concime
Prima del trapianto bisogna distribuire abbondante letame maturo o stallatico in polvere o pellet; in coltivazione invece si somministra azoto per 3-4 volte. Per favorire la resistenza al freddo, sulle coltivazioni invernali ridurre a due le concimazioni azotate.
Note
Le piantine vanno rincalzate con regolarità una volta al mese e comunque 15 giorni prima della raccolta: così si favorisce l’imbianchimento che rende le foglie più tenere e si aumenta la resistenza al freddo durante l’inverno. Basta accumulare 10-15 cm di terra dell’orto intorno alla base di ogni pianta (in questo modo si creano anche i solchi necessari all’irrigazione per scorrimento). Eliminare regolarmente, a mano o con un sarchiello, le erbe infestanti.
Abbinamenti
Come tutte le Liliacee, la consociazione classica è con le Ombrellifere, come carote, sedano, prezzemolo ecc.
Altri utilizzi
È un eccezionale diuretico, riduce anche il rischio di formazione di calcoli renali e urinari.
Varietà
Tra le cultivar migliori ci sono De Carentan, è tenero, profumato ed enorme, resistente ai geli, apprezzato sia per l’autunno sia per l’inverno; e Gigante d’Inverno, grosso, tenero e di sapore delicato, resistente ai rigori invernali.
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