Scegliere il giusto terriccio è fondamentale. In genere, dopo aver acquistato un nuovo esemplare infatti, 9 volte su 10 è necessario provvedere subito, appena arrivati a casa, a trasferirlo in un vaso più capiente, adatto ad accogliere il futuro sviluppo della pianta.
Oppure il nuovo arrivo è destinato all’impianto in giardino o all’interno di una fioriera. In tutti i casi è necessario un buon terriccio nuovo, che sia idoneo alle specie acquistate o a quelle da rinvasare.
Al momento dell’acquisto, meglio orientarsi su terricci di marca, prodotti da aziende rinomate e da lungo tempo nel settore, piuttosto che prodotti anonimi anche se convenienti.
Come capire, osservando il sacco, il livello qualitativo del prodotto?
Un contenitore di plastica sottile, magari già danneggiato o in parte strappato, con gli angoli che cedono per il peso del contenuto o degli altri sacchi impilati sopra, potrà essere più economico se paragonato con articoli di gamma più elevata, ma quasi certamente avrà una qualità inferiore.
Il rischio è che il contenuto, a causa di strappi o buchi nel sacco, possa essere esposto all’umidità o all’inaridimento prima ancora che giunga a casa. Dagli squarci si potrebbero infilare nel terriccio insetti e parassiti animali o vegetali. Se poi il terriccio si asciuga completamente, perderà quasi del tutto la sua importante componente “viva”, cioè la preziosa percentuale di materia organica. Oppure, c’è il rischio che si formino muffe dannose, ricettacolo di virus e batteri nocivi per le piante.
Da considerare anche la composizione del contenuto: i sacchi “primo prezzo” di solito non contengono materiali pregiati, né selezionati o trattati con procedure che li rendono sani e stabili.
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