Le piante sono uno strumento fondamentale per ridurre l’inquinamento indoor, cioè quello presente nell’aria degli ambienti in cui viviamo, come case, scuole o uffici.
Tutti sappiamo che il fumo e l’alta pressione sanguigna rappresentano fattori di alto rischio di morte prematura, ma pochi sanno che il terzo motivo è l’inquinamento dell’aria domestica, prima dell’abuso di alcool o dell’indice di grasso corporeo troppo alto. L’inquinamento indoor è responsabile del 2,7% del carico globale di malattie nel mondo (Global Global Health Risks) e colpisce maggiormente i bambini: come scrive il Ministero della Salute, in Europa l’inquinamento indoor è responsabile del 4,6% delle morti per tutte le cause di infezioni respiratorie acute. La SBS (Sick Building Syndrome, in italiano Sindrome da edificio malato) è stata riconosciuta dall’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1983 come patologia associata agli ambienti residenziali e lavorativi.
I responsabili sono i VOCS (dall’inglese Volatile Organic Compounds): microparticelle inquinanti largamente presenti negli ambienti in cui viviamo e nemiche della qualità dell’aria. Come la Formaldeide (presente in molti prodotti, dal truciolato alle candele profumate), il Benzene (nel fumo di sigaretta e nei bastoncini di incenso), il Naftalene (nei solventi e negli insetticidi), gli Idrocarburi policiclici aromatici (nel fumo del legno e dei cibi bruciati), il Tricloroetilene (nelle stampanti laser e fotocopiatrici), il Tetracloroetilene (noto come Trielina), fino alle muffe causate dall’umidità.
Le piante hanno la capacità di rendere inerti queste sostanze, assorbendole tramite gli stomi delle foglie e inglobandole nella loro lignina, cioè nel fusto. Nessun terrorismo gratuito, ma adesso… più piante anche nelle scuole, uffici, case…