Voglia di orto? Ecco un desiderio per il quale non serve il Genio di Aladino. Realizzare una piccola coltivazione di verdure è davvero semplice anche in vasi e cassette su davanzali e balconi; se poi è possibile utilizzare vasche in plastica o legno profonde 40-50 cm e larghe altrettanto, in lunghezze a piacere, la gamma di verdure coltivabili diventa molto ampia. In giardino si possono recuperare aree prima destinate ai fiori o realizzare comode aiuole sopraelevate in un angolo del prato; l’orto grande va fatto solo se c’è già esperienza e se c’è tempo a disposizione, perché in linea di massima le verdure chiedono più attenzioni rispetto a cespugli, rose, prato e alberi… Ma danno anche grande soddisfazione e risparmio, naturalmente!
Osservando le buste di semi o le piantine pronte al trapianto nei punti vendita, è difficile scegliere… Una chiave per l’orto “originale” può essere quella delle scoperte, o meglio delle riscoperte: ortaggi insoliti, curiosi o in varietà antiche, tornate in produzione per accontentare chi desidera sperimentare sapori perduti. La gamma è vasta, ma prima di lanciarsi nella sperimentazione è bene capire qualcosa di più circa l’ortaggio scelto: esigenze di base, periodo e durata di coltivazione (se l’orto è piccolo, un ortaggio a ciclo lungo impedirà di avere altri raccolti), preferenze circa il clima e la natura del terreno. In proposito, il suggerimento è quello di partire da un buon terriccio per orto di tipo biologico, e di avvalersi di concimi e prodotti di cura ammessi in agricoltura biologica, che svolgono azione preventiva rinforzando le piante in modo naturale. Gli sperimentatori di sapori etnici potranno incuriosirsi per i cavoli cinesi, le zucche giapponesi, i pomodorini degli Indios messicani o l’okra (gombo) africano. Chi invece desidera orientare il suo orto sulla grande tradizione italiana, potrebbe scoprire sapori nuovi in ortaggi quasi scomparsi dai circuiti commerciali, come la “barba di frate”, il cardo romagnolo, la curiosa zucca-zucchina friulana o il grosso pomodoro rosa della tradizione ligure e poi ancora lo o zucchino giallo , dolcissimo; il cavolo navone o rutabaga, ideale per l’inverno; l’aglione della Val di Chiana. Un’esplorazione affascinante che finisce nel piatto, per mangiare bene, sano e a km zero,
Vi suggeriamo…
Scalogno. Amato dagli chef perché delicato, tollera bene il caldo e il terreno asciutto e sabbioso.
Broccolo fiolaro. Eccellenza vicentina, prelibato, ideale anche per l’orto invernale, super facile.
Puntarelle. Simile alla catalogna, questo ortaggio produce germogli ottimi sia crudi che cotti.
Ceci. Un po’ passati di moda, tornano oggi negli orti come superfood nutriente e gustoso.
Peperone crusco. Chi ricorda questi peperoni buonissimi? Specialità lucana da provare!
Ciliegino arancione. Antica varietà messicana, dolcissima, perfetta anche in vaso.