Il nuovo approccio che si fa strada, oltre allo slow gardening, anche nel mondo dell’arredamento nasce da un’antica filosofia giapponese, il cui nome sembra quello di un tipo di sushi: “wabi-sabi”, una visione della vita fondata sull’accettazione della transitorietà e dell’imperfezione delle cose, e deriva dalle dottrine buddhiste. Si tratta di una lettura naturale e semplice delle vicende della vita, che si riflette anche nell’approccio all’arredamento della casa e alla gestione del verde in terrazzo o in giardino, imparando a osservare le stranezze o i difetti che si sono generati nel processo di costruzione o di crescita, in grado di aggiungere unicità ed eleganza. Apparentemente sembra un approccio molto lontano dalla perfezione maniacale dei giardini zen composti da pietre e sempreverdi, ma in realtà queste due interpretazioni hanno qualcosa in comune: in entrambi i casi si cerca di rispettare e accogliere la natura e i suoi a volte inesplicabili fenomeni. Ora, non c’è bisogno di immergersi in letture filosofiche per cogliere il senso del wabi-sabi. Molto più semplicemente possiamo accettare ed apprezzare la bellezza di una vita “perfettamente imperfetta” anche nel mondo che ci circonda, incluso lo spazio verde. Con questa visione, il giardinaggio diventa ancora di più un antidoto efficace agli stress di un mondo che si muove sempre più velocemente e che è sempre più orientato ai consumi e agli sprechi. Rallentare, e accettare un verde non impeccabile, ci aiuta a ripristinare un rapporto autentico con la natura, a semplificare la nostra vita quotidiana regolandola sul ritmo delle stagioni.